Cultura, territorio rurale e costiero : al via i nuovi piani regionali
L' Utilizzo dei fondi Regionali Europei per lo sviluppo dei terrritori: ripartono i GAL e GAC nelle Regioni, ci saranno fondi per azioni di recupero e valorizzazione, è importante monitorare i programmi
È tempo di nuove sfide per i territori italiani, rurali e costieri. Seppur possa sembrare uno scherzo, siamo quasi a metà del 2016 ma in tanti non vedono l’ora di cominciare il 2014.
Siamo nel mai scontato mondo dei fondi strutturali, la ‘nuova’ programmazione 2014-2020 sta per partire; i P.OR. regionali sono stati tutti approvati dalla Commissione e ci aspettiamo da qui a poco – ore/giorni/mesi/semestri, in una concezione variabile di spazio-tempo da regione a regione – tante novità, opportunità, misure per lo sviluppo dei nostri territori.
Tra le misure più significative c’è certamente l’approccio LEADER, il cd. ‘sviluppo locale di tipo partecipativo’ (CLLD tecnicamente). Questa misura verrà programmata ed attuata da enti territoriali che molti conoscono, che sono i GAL – gruppi di azione locale – per il settore rurale; ed i GAC – gruppi di azione costiera – per il settore marittimo e della pesca.
Per facilitare la comprensione ai non addetti ai lavori, un piccolo schema di come funziona la procedura:
La Commissione stanzia fondi per l’agricoltura e la pesca e li fa confluire nei singoli programmi regionali PSR e FEAMP (Piano di Sviluppo Rurale e Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca);
Il PSR e il FEAMP contengono alcune risorse che possono essere riversate, attuate sui territori solo attraverso degli enti intermedi, che sono appunto i GAL ed i GAC;
Le Regioni quindi individuano per ciascun territorio delle MACROAREE all’interno delle quali si considerano eligibili questi enti;
Le Regioni mettono a bando la presentazione di PSL – piani di sviluppo locale – da parte di partenariati pubblico-privati in quelle Macroaree precedentemente individuate;
I partenariati vincitori del bando acquisiscono lo status di GAL o GAC e attivano le misure previste nei PSL presentati.
Spiegato il funzionamento, preme approfondire due tematiche molto importanti e soprattutto attuali. Ci troviamo infatti nella fase in cui, avendo già individuato le Macroaree, le Regioni hanno messo o stanno per mettere a bando la creazione dei nuovi GAL e GAC.
La prima tematica riguarda il processo di costituzione. Sebbene nella stragrande maggioranza dei casi i GAL ed i GAC italiani nella nuova programmazione manterranno la stessa denominazione, la stessa organizzazione, la stessa sede legale ed operativa, è bene però sapere che ciò non è scontato e non è automatico. Non è detto che su una medesima macroarea non si presenti più di un partenariato pubblico-privato e che quindi entrino in concorrenza diversi piani di sviluppo locale, e che alla fine possa avere la meglio un gruppo nuovo. C’è molta poca informazione a riguardo perché chiaramente i gruppi costituiti, per il principio di conservazione ben conosciuto negli ambienti rurali e di pesca, danno all’esterno l’idea che la continuità tra vecchia e nuova programmazione con lo stesso Gruppo sia scontata.
Così non è.
Ricordiamoci che i GAL e i GAC esistenti hanno attualmente esaurito il loro scopo. Con il PSR ed il FEAMP 2014-2020 non hanno nessun collegamento, ancora. Dovranno presentare una nuova proposta e competere eventualmente con gruppi diversi.
La situazione su tutti i territori è quindi da tenere particolarmente monitorata in questo momento. Le strategie sono partite, amministratori, imprenditori, banche e politici si stanno già muovendo e le scelte compiute da qui a pochi mesi condizioneranno l’attuazione delle politiche europee – e la spesa dei fondi- sui nostri territori almeno fino al 2022.
L’auspicio è che il prossimo futuro possa vedere un modello diffuso di governance integrata delle due realtà, che ha il vantaggio di moltiplicare i risultati raggiunti singolarmente mettendo in contatto settori produttivi ed economici differenti.
Fonte : europegarage-marco navarra